La difficile conferma della maggioranza Ursula

di Emanuela Ricci

La coalizione che fa capo alla commissaria UE uscente Ursula von der Leyen ha vinto e per certi versi anche convinto. Si dovrà fare, però, molta attenzione perchè le alleanze che nasceranno all’insegna della moderazione dovranno comunque fare i conti con la realtà delle destre sovraniste che con Le Pen e Meloni, costituiscono l’ossatura del nuovo Parlamento europeo con in dote milioni di voti.

Von der Leyen e Manfred Weber hanno già dichiarato che i negoziati partiranno tra Socialisti e Liberali, cercando di tenere fuori dai giochi Giorgia Meloni che, a loro dire, mai e poi mai dovrà far parte della nuova coalizione.

Tuttavia anche se il dialogo tra il Ppe e la Le Pen (leader del Rassemblement) non è mai stato ipotizzabile, quello con la Meloni potrebbe rientrare tra le ipotesi realizzabili, considerati gli ottimi rapporti tra il capo del governo italiano e la Von der Lyen. La commissaria UE non potrà però aprire subito all’ala della destra meloniana per non rischiare di perdere voti importanti (o parte di essi) di S&D e Renew. Non a caso il Partito Socialista Europeo si è già buttato avanti: “Se il Ppe negozia con i Conservatori e Riformisti noi non ci saremo”.

Nessun accordo con Meloni, con il PiS, con Reconquete. È l’estrema destra e noi vogliamo preservare il cordone sanitario“, è stato lapidaria la capogruppo di Renew, Valerie Hayer. Entrambi i partner del Ppe sono certi che la maggioranza Ursula si debba fare, innanzitutto, con i Popolari. Il Ppe è determinato a rispettare l’esito del voto senza dover necessariamente scendere a compromessi con parte dei sovranisti, il riferimento è netto e chiaro alle non tanto celate simpatie di Von der Lyen verso la leader di Fratelli d’Italia.

Si comincerà il 17 giugno con la cena informale dei 27. I negoziatori saranno Donald Tusk e Kyriakos Mitsotakis per il Ppe, Pedro Sanchez e Olaf Scholz per i Socialisti. In realtà, i colloqui sono già iniziati. A Bruxelles sono attese le prime riunioni informali dei gruppi. A margine del G7 quasi certamente i leader europei parleranno di top job.

Von der Leyen ha voluto subito chiarire che nei negoziati si partirà dal Pse e “dalle grandi famiglie europee che hanno ben collaborato” ma che lascerà anche “le porte aperte“.

I leader del Ppe ne hanno già parlato da remoto dove parrebbe plausibile un’apertura verso i Verdi anche se una parte del Ppe ne farebbe volentieri a meno. I Verdi sono filo-Ucraina e forti sostenitori delle politiche a tutela del Green Deal, come noto particolarmente avversate dalle destre. La maggioranza Ursula, senza i Verdi è di 400 seggi, 40 in più dei 360 richiesti. Il leader di Forza Italia Antonio Tajani, nel frattempo invita alla pridenza: “è ancora troppo presto per parlare del bis di Ursula”.

Mercoledì Le Pen e Matteo Salvini, a Bruxelles, decideranno se riaprire la porta a AfD e faranno il punto sulla prospettiva del gruppo Id, uscito più forte, così come Ecr. L’ipotesi del gruppo unico non è pertanto preclusa perchè l’ungherese Viktor Orban, tra gli altri, lo sosterrebbe con convinzione. Una situazione che porrebbe Meloni sul versante opposto a quello della Von der Lyen, incrinando così gli ottimi rapporti intessuti durante gli ultimi anni. Vedremo!!!

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