Le potenzialità dello Smart Working secondo il direttore SVIMEZ

Il tema dello smart working di lavoratori di grandi centri urbani che si spostano verso aree periferiche montane e più in generale verso il Sud è interessante. Lo ha detto Il Direttore SVIMEZ Luca Bianchi intervenendo a Bologna al Festival del lavoro organizzato da Nobilita Senza Filtri. “Non abbiamo ancora una esatta dimensione del fenomeno, che però sembra rompere un processo ineludibile, quello della tendenza all’agglomerazione dei percorsi di crescita dove c’era una forte attrazione delle grandi aree urbane del nord, del centro Europa, di tutte le maggiori competenze disponibili sul territorio”.

La potenzialità del lavoro a distanza ha reso possibile il rientro di alcuni giovani o meno giovani nel loro territorio d’origine dove ovviamente si possono apprezzare alcuni vantaggi competitivi in termini di qualità della vita e costi di localizzazione. Secondo il Direttore SVIMEZ, “se veramente si pensa, come tanti giovani e meno giovani stanno sperimentando in questo periodo, che si può lavorare in un luogo distante dalla propria abituale sede, vicino ad affetti personali, in maniera adeguata in termini di produttività, occorre accompagnare questo processo con politiche che garantiscano un maggiore equilibrio di servizi essenziali, diritti di cittadinanza, che dovrebbero essere distribuiti sull’intero territorio”.  Bianchi sostiene che “nell’attesa dell’Alta Velocità a Palermo, bisogna garantire servizi di qualità nei territori (asili nido, trasporto locale, sanità) che riguardano parti essenziali della vita. Se molte persone iniziano a lavora e in smart working nel Sud o in aree interne, la loro stessa presenza rappresenta un humus fondamentale per creare ulteriori occasioni di crescita e lavoro in quel territorio, e in questi termini può essere un acceleratore di sviluppo”.

“La prima sfida che abbiamo di fronte è quella di una riorganizzazione del lavoro, finora affrontata in fase emergenziale durante il lockdown, limitandosi a restare confinati tra le quattro mura di casa – conclude Bianchi – Bisogna progettare una modalità di lavoro anche in forma ordinaria, organizzando autonomamente tempi, spazi e modalità di lavoro”.

In definitiva di può continuare a produrre ricchezza per il paese evitando di spopolare le aree del Mezzogiorno, ma ciò richiede offrire le migliori condizioni per la localizzazione delle imprese ma in primo luogo per l’attrazione delle persone. Il lavoro a distanza deve essere supportato anche da interventi pubblici attraverso i comuni che mettono a disposizione, ad esempio, aree attrezzate di co-working in modo da rendere lo sviluppo oltre che più equilibrato anche più sostenibile e sociale.

Le potenzialità dello Smart Working secondo il direttore SVIMEZ