Mali, in 64 uccisi da gruppo affiliato a al Qaeda

Il governo del Mali ha reso noto che quarantanove civili e quindici soldati, sono stati uccisi a seguito di due attacchi “terroristici” rivendicati da un gruppo affiliato ad al Qaeda che hanno preso di mira una nave passeggeri e una base dell’esercito nel nord del Mali.

I due attacchi separati hanno preso di mira “la nave Timbuktu” sul fiume Niger e “la postazione dell’esercito” a Bamba, nella regione di Gao (nord), con un “bilancio provvisorio di 49 civili e 15 soldati uccisi”, secondo una dichiarazione del governo che non ha specificato quante persone sono morte sulla nave e nel campo.

Circa un anno fa la Francia e i suoi partner europei che operavano in Mali avevano annunciato il ritiro coordinato dal Paese, dove erano presenti con l’operazione Barkhane e le forze speciali europee Takuba. “Le condizioni politiche, operative e legali non sono più soddisfatte” e i Paesi, si leggeva in una dichiarazione congiunta, hanno deciso “il ritiro coordinato” dal Paese africano, pur assicurando la loro “disponibilità  a rimanere impegnati nella regione” del Sahel, dove permangono le minacce jihadiste. La Francia ha circa 4.300 soldati nella regione, di cui circa 2.400 erano nel solo Mali.  ll Sahel è una “priorità della strategia di espansione” di Al-Qaeda e dell’Isis, precisava a quel tempo  Macron. Nonostante il ritiro delle truppe, il leader dell’Eliseo insisteva, infatti, sul “mantenimento dell’impegno nel Sahel con i Paesi vicini”.

Ai giorni nostri le truppe francesi sono state invitate a lasciare anche il Niger che da 26 luglio scorso è retto da una giunta militare golpista. Propabilmente le truppe transalpine si dispiegheranno nel vicino Ciad.

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| MONDO |