Quirinale preoccupato, Conte sale al Colle con titoli di coda rimandati al 26 gennaio 2020

(di Massimiliano D’Elia) Il Quirinale si è fatto sentire sul ritardo della manovra economica, tant’è che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte ieri è dovuto salire al Colle più alto di Roma per fornire rassicurazioni e aggiornare il Presidente della Repubblica sullo stato dei lavori. Ad essere congelate, al momento, le misure più discusse, le tasse sulla plastica e lo zucchero.

Sarà una manovra lacrime e sangue con una grossa incognita: riuscirà a passare il percorso a ostacoli del Parlamento?  Proprio nelle due Aule non si è più certi di avere i numeri per ottenere un voto maggioritario convincente.  Numeri in bilico per via dei parlamentari di Italia Viva (in continua combutta con quelli del Pd)  e di quelli appartenenti alle varie anime del Movimento delle Stelle, sempre più alle prese da furenti lotte interne e minacce di scissione. Ieri il malcontento di molti parlamentari grillini sul trasferimento di 120 mila euro da Italia a 5 Stelle (deputata alle organizzazioni degli eventi)  alla fondazione Rousseau.

Invece a palazzo Madama, scrive il Messaggero  è scoppiato l’inferno quando Gualtieri ha detto che c’erano 3-400 milioni disponibili. Uno scontro condito dalle solite minacce di far cadere il governo e del voto, argomenti che ormai vengono evocati per scaramanzia. E così la riunione è andata avanti a strattoni per quattordici ore con la manovra di bilancio che rischia di essere licenziata in ritardo da Palazzo Madama e di arrivare alla Camera solo in tempo per il voto di fiducia. A perdere le staffe con la pattuglia renziana, composta dal trio Boschi, Faraone e Marattin, è stato però anche il premier Conte, costretto sempre più spesso ad inseguire dossier che sembrano non chiudersi mai. Dopo aver speso buona parte della settimana per trovare una via d’uscita alla questione della riforma dal Salva-stati, Conte si ritrova di prima mattina con il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri che presenta le coperture trovate nella notte. Tra pause, minacce di rottura ed ultimatum, la trattativa va avanti sino a sera ed interrotta da un paio di impegni internazionali che ha Conte in agenda e dall’incontro che lo stesso presidente del Consiglio ha con il Capo dello Stato.

Le fibrillazioni della maggioranza 

Renzi minaccia, a giorni alterni, il ricorso alle urne e Orlando che risponde con «un siamo pronti». Giuseppe Conte, ostenta fiducia ma sembra essere sempre più nervoso e ripete come un “mantra”:  “non cadremo a gennaio”.  Probabilmente è fiducioso fino al 26 gennaio quando si voterà in Emilia Romana. Il giorno dopo potrebbe cambiare davvero tutto, anche perchè il presidente della Repubblica Mattarella ha fatto intendere, tramite alcuni giornali, che non ci saranno altri governi, ma il voto.

L’irritazione di Giuseppe Conte  anche quando le agenzie ieri sera hanno battuto la notizia della sua salita al Colle: “doveva essere una notizia riservata”. Tuttavia il premier ha colto la palla al balzo lanciando un segnale “subliminale” a tutti i suoi “avversari”, ovvero che il Presidente Mattarella sarebbe dalla sua parte.  Al di là delle strategie in atto l’unico comune denominatore è di non andare alle elezioni per consegnare il Paese alle destre. Durerà questo collante di fronte alle lotte interne del M5S e alla marcata rivalità fratricida tra Pd e Italia Viva? Certo è che semmai il cdx dovesse vincere nella roccaforte rossa dell’Emilia Romagna, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non avrebbe altra scelta che sciogliere le due Camere e mandare alle urne gli italiani che sondaggi alla mano, non vedono l’ora di poter esprimere il proprio voto.

Il 27 gennaio sapremo se vincerà la ragione oppure la poltrona.

Quirinale preoccupato, Conte sale al Colle con titoli di coda rimandati al 26 gennaio 2020