Zelensky atterra con un velivolo dell’Aeronautica militare in una Roma “blindatissima”. Tra le richieste il supporto per l’ingresso nella Nato e l’invio del Samp-T

   

(di Francesco Matera) Il presidente ucraino Volodimir Zelensky ha utilizzato un sicuro Airbus dell’Aeronautica miltare italiana per raggiungere Roma. Molto probabilmente la delegazione ucraina si è mossa in treno per raggiungere una base Nato in Polonia a ridosso con il confine. Da lì il nostro Airbus, scortato da caccia italiani, è volato per raggiungere Roma. Atterrato in un aeroporto militare, il 31° Stormo di Ciampino, Zelensky è stato accolto dal ministro degli esteri italiano, Antonio Tajani. In una Roma blidantissima si è subito recato al Quirinale dove Mattarella dopo i saluti di rito ha voluto enfatizzare che non si accetterà la pace al prezzo della sconfitta.

Droni, no fly zone, cecchini, uomini dell’antiterrorismo di poliza e carabinieri e intelligence hanno garantito una cornice di sicurezza impeccabile. Il corteo delle auto era seguito passo passo dai cecchini militari assiepati sui vari palazzi del centro. Le forze speciali erano a bordo delle auto che seguivano quella del presidente Zelensky. Il Tevere è rimasto non navigabile per tutto il tempo, mentre la rete fognaria sottostante è stata perlustrata e i tombini sul manto stradale sono stati saldati nei punti dove il corteo di auto sarebbe passato.

L’incontro a Palazzo Chigi è stato molto celere. Il presidente del Consiglio Meloni ha confermato la posizione morale e politica dell’Italia di fronte alla guerra.

Il presidente ucraino si è poi diretto al Vaticano dove è stato costretto ad accedere da ingressi secondari e non conosciuti per arrivare poi direttamente nelle stanze dove vive il Papa.

Subscribe to our newsletter!

Attacco hacker all’Italia

I russi, inermi di fronte ad una apparato di sicurezza studiato nei minimi particolari da operatori delle forze di polizia e dell’intelligence, non potevano non lasciare il segno in una giornata dove Zelensky chiedeva al nostro Paese il supporto per l’ingresso nella Nato.

Così hacker russi, i NoName057, hanno attaccato siti istituzionali italiani. Di mira il sito del Viminale e del Consiglio superiore della magistratura. Per fortuna le strutture di difesa hanno retto scovando da subito gli attacchi melevoli, neutralizzandoli per tempo, senza subire alcun danno evidente all’architettura informatica. I siti, di fatto, non hanno mai smesso di funzionare.

Gli hacker hanno poi pubblicato sul proprio canale Telegram gli screenshot degli articoli online che riguardavano i loro attacchi in Italia.

Stesso attacco era avvenuto lo scorso marzo quando la premier Giorgia Meloni era a Kiev. Gli attacchi sono stati di tipo Ddos nel tentativo di erodere tutte le risorse del sito per poi bloccarlo.

Le forniture militari italiane

In cima ai desideri dell’esercito ucraino c’è la batteria di difesa aerea e missilistica italo-francese Samp-T. Molto probabilmente Zelensky ha ribadito a Meloni di accelerare la consegna.

Parliamo di un sistema tra i più temuti al mondo in grado di intercettare un aereo fino a 100 chilometri e un missile fino a 25. Il sistema è in grado di neutralizzare anche sciami di droni grazie ai circa 50 lanciatori di cui 32 sono per i costosissimi e potenti missili Aster (il cui costo unitario supera il milione di euro). Nel frattempo circa una ventina di militari ucraini si sono addestrati in Italia all’utilizzo del sistema d’arma che dovrebbe essere consegnato a Kiev entro il prossimo giugno.

L’Italia ha già consegnato i missili terra aria Aspide, previsti nel sesto decreto. Sono missili che garantiscono una buona difesa aerea a bassa e bassissima quota.

Oltre al Samp-T ci sono i sei obici semoventi PzH 2000 (Panzerhaubitze 2000) già consegnati dal governo Draghi che con il navigatore inerziale e un eccellente meccanismo di caricamento automatico riescono a garantire un controllo del tiro molto sofisticato con ratei di fuoco molto elevati che ne fanno uno dei mezzi più moderni della categoria.

Abbiamo anche già inviato sessanta obici semoventi M109L capaci di sparare dai 24 ai 30 chilometri di distanza. Anche i vecchi blindati M113 prodotti dall’Oto Melara sono presenti sui campi di battaglia in Ucraina. Di vecchi e non più attuali vi sono anche le mitragliatrici Mg42/59 prodotte dalla Beretta a fine del ’50. Tra sistemi piu moderni ma comunque datati ci sono i mortai da 120 millimetri, arrivati in Ucraina insieme con i missili Stinger.