Coronavirus: 19 caserme italiane pronte con 3500 posti letto

Fausto Biloslavo su il Giornale parla di un piano segreto della Difesa. 19 sarebbero le caserme individuate per la quarantena con a disposizione  3.500 posti letto. Duemila sarebbero i militari in posizione di “allarme”, ovvero subito reperibili ed impiegabili per l’emergenza.  Nel frattempo i rimpatri dei connazionali dalle zone a rischio all’estero continuano, anche  tutti i militari dei caschi blu dell’Onu in Libano, che partono o arrivano, compresi gli italiani, devono sottoporsi a controlli stringenti, perchè del contingente a guida italiana  fanno parte anche 419 militari cinesi. L’allarme virus  in Libano dopo un caso accertato e altri in osservazione provenienti dall’Iran, nuovo epicentro dell’epidemia. L’Onu ha chiesto ai caschi blu nel sud del paese di sottoporsi ai controlli per il coronavirus per chi arriva e chi parte dal teatro.

Il Governo ha emesso un decreto legge dichiarando di fatto l’emergenza per i 10 comuni del nord, dove è scoppiato il primo “cluster” dell’epidemia.

Le Forze Armate, quindi, come in tutte le emergenze sono chiamate ad intervenire per fornire personale e strutture protette: ne sarebbero state individuate 19, dalla Valle D’Aosta alla Sicilia passando per Calabria, Toscana, Emilia-Romagna e Liguria. Sarebbe una prima lista, alla quale dovrebbe seguirne un’altra per coprire tutto il territorio nazionale.

Una base, specifica Il Giornale, verrà utilizzata anche in Sardegna e ovviamente c’è massima attenzione per la Lombardia, il Veneto e il Friuli-Venezia Giulia. In questa regione sono state selezionate due strutture a Nord e Sud, vicine ai confini. Altre basi delle Forze armate potrebbero rientrare nella lista in caso di necessità. Per il momento si stanno impiegando le forze dell’ordine e potenziando i carabinieri nelle zone a rischio come Lodi dove stanno arrivando 80 uomini in più per l’emergenza virus. Saranno impiegati, in prima istanza, i militari già impiegati nell’operazione “strade sicure”, alto è il rischio di sciacallaggio a carico di aziende e attività commerciali lasciate incustodite, spiega la fonte militare al Giornale.

Le misure varate dal Governo

Il governo ieri in un consiglio dei ministri fiume presso la sede della Protezione Civile ha adottato le misure più severe per cercare di contenere l’epidemia giunta in Italia. Un modello simile a quello adottato a Wuhan, un isolamento totale che circoscrive  circa 5o mila persone. “La nostra priorità è la salute e la tutela degli italiani”, ha detto il premier Giuseppe Conte spiegando che la rete di protezione verrà creata attorno ai dieci comuni del Lodigiano al quale si aggiunge un comune del Veneto, Vo’ Euganeo. “Vogliamo protezione per tutti gli italiani», ha aggiunto Conte, svelando che una famiglia che era stata posta in quarantena ha abbandonato il proprio paese e se ne è andato nel meridione, probabilmente nell’avellinese. «Ecco queste cose non devono più succedere».

Tra le misure previste la sospensione delle attività lavorative e delle manifestazioni pubbliche, il possibile stop dei concorsi e delle attività degli uffici pubblici e la possibilità per i ministri competenti di intervenire anche in aree senza contagi. A tarda sera sembra che tutto vada bene, ma la giornata è filata via tutt’altro che liscia. L’idea di copiare il modello Wuhan al mattino aveva trovato d’accordo il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e il ministro delle Infrastrutture Paola De Michela, e anche la Protezione civile aveva dato la sua benedizione. Ma poi era stato il premier Giuseppe Conte il primo a frenare, per il timore che un provvedimento così drastico finisse con l’impattare in maniera violenta sui diritti costituzionali dei cittadini. Subito dopo, scrive La Repubblica,  era arrivato il veto di Lorenzo Guerini, il ministro della Difesa, che è nato a Lodi.

Il leader della Lega Matteo Salvini ha attaccato il governo: nel suo mirino vi è il premier Giuseppe Conte per i ritardi nella gestione della crisi.

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