Coronavirus: Asiatici americani vittime di intolleranza e razzismo

Yuanyuan Zhu stava in palestra a San Francisco il 9 marzo scorso, mentre si accingeva a compiere l’ultimo allenamento  un uomo ha iniziato a urlargli contro offendendola sull’epidemia scoppiata in Cina.

E’ subito uscita dalla palestra e si è diretta verso la fermata dell’autobus. E’ stata seguita dallo stesso “urlatore” che, a ridosso delle strisce pedonali, ha invitato gli automobilisti ad investire la ragazza cinese. Approfittando dell’oscurità le ha poi sputato sul viso e sul suo maglione preferito. La notizia è stata riportata dal New York Times.

La 26enne Zhu,  che si è trasferita negli Stati Uniti dalla Cina cinque anni fa è ancora sotto shock. In una America alle prese con la pandemia, numerosi sono gli atti di razzismo verbale e fisico nei confronti degli asiatici-americani,  famiglie coreane, vietnamite, filippine, del Myanmar e di altri paesi.

Gli asiatici intervistati  hanno dichiarato di avere paura quando si va a  fare la spesa, si viaggia da soli in metropolitana o in autobus, o per far uscire i propri figli. Si stanno ripetendo le stesse situazioni che si registravano in America, contro i musulmani, a ridosso degli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001.

Ma a differenza del 2001, quando il presidente George W. Bush aveva sensibilizzando la tolleranza nei confronti dei musulmani americani, questa volta il presidente Trump sta usando un linguaggio che secondo gli asiatici e ed alcuni americani sta ingenerando odio e intolleranza razziale.

Trump e gran parte dei repubblicani da giorni parlano di coronavirus quale “il virus cinese”, respingendo le indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità contro l’uso improprio della  geolocalizzazione delle malattie.

Trump ha tuttavia detto ieri in conferenza stampa che lo stava chiamando  virus “cinese” per combattere la campagna di disinformazione attuata dai funzionari di Pechino che hanno indicato, quali diffusori del virus, i soldati americani.

Trump ha anche rimandato al mittente le accuse che la sua comunicazione potrebbe causare problemi di intolleranza, ribadendo  il concetto in un tweet: “È molto importante proteggere totalmente la nostra comunità asiatica americana negli Stati Uniti“.

Sebbene non esistano ancora numeri precisi, alcuni ricercatori affermano che vi è stata un’impennata dell’ondata di intolleranza a scopo razziale, per fortuna ad oggi appena sussurrata dai giornali. La San Francisco State University ha riscontrato, di contro, tra il 9 febbraio e il 7 marzo, un aumento del 50% del numero di articoli e notizie sulla discriminazione anti-asiatica.

Nonostante siamo ancora all’inizio del fenomeno scrive il New York Times, sono aumentati gli acquisti di armi da parte degli americani di origine asiatica.

 

 

Coronavirus: Asiatici americani vittime di intolleranza e razzismo