(di Andrea Pinto) Il The Times riporta che la Russia ha inviato “segnali di disturbo – jamming” contro aerei della RAF – Royal Air force- in fase di decollo dall’isola di Cipro. Fonti dell’intelligence militare hanno riportato che uno “Stato ostile” ha sistematicamente tentato di interferire con le comunicazioni satellitari dell’aereo da trasporto A400M con militari e materiali inglesi a bordo. Tutti i 14 aerei C-130J Hercules, utilizzati e favoriti dal corpo speciale della SAS, saranno progressivamente sostituiti dai più grandi Airbus A400M. Il sistema GPS utilizzato in volo è un sistema di radionavigazione che si avvale delle informazioni provenienti da satelliti in orbita e da una rete di stazioni terrestri utilizzate per il monitoraggio. L’entità e la qualità degli attacchi sferrati contro gli aerei della RAF avrebbero potuto impedire ai piloti di conoscere la posizione del velivolo o la direzione in cui stava volando, creando una chiara situazione di pericolo in grado di provocare una strage.

Per fortuna nessuno dei tentativi ha avuto successo. Gli analisti hanno riferito che gli unici due Stati ostili abbastanza vicini all’area di operazione ed in grado di poter sferrare l’attacco di guerra elettronica potevano essere Siria e Russia, anche se fonti di intelligence ritengono la Russia come unico paese in grado di poter attuare un attacco di questo tipo. Un alto funzionario dell’intelligence ha anche dettagliato al The Times: “La Russia ha cercato di bloccare gli aerei in fase di decollo, dimostrando così che uno Stato ostile e spericolato ha messo in pericolo senza motivo normali aerei da trasporto militari che muovevano ordinari pezzi di ricambio per i mezzi”. I nostri velivoli, precisa la fonte, non erano aerei da combattimento. Anche se non si è trattato di un attacco militare convenzionale, comunque è stata effettuata un’operazione di guerra elettronica contro velivoli militari inglesi. Un nuovo scenario in cui occorrerà confrontarci sottolinea la fonte, una specie di “zona grigia” tra guerra e pace, una nuova sfida per il mondo della difesa e dell’aeronavigazione.

Nei prossimi giorni è prevista la pubblicazione del documento “Defence Command“, che prevede tagli e investimenti al comparto della Difesa. Sarà presentata ai legislatori questa nuova esigenza operativa e molto probabilmente verranno assegnate risorse dedicate per sviluppare nuovi sistemi capaci di operare con maggiore incisività all’interno di questa nuova area di confronto, la citata “zona grigia”.

Una fonte della difesa ha anche fornito alcuni elementi sulla nuova strategia: “Si tratta di rivedere il concetto della guerra tradizionale verso un ambiente più fluido dove si trovano ed operano i nostri nemici spesso non facilmente individuabili perchè non statuali”.

Il tenente generale Jim Hockenhull, capo dell’intelligence della difesa, ha dichiarato: “Il futuro campo di battaglia non sarà definito da linee e confini sulle mappe. Probabilmente ci troveremo di fronte ad attori statuali e non che opereranno sulla soglia di una guerra vera e propria tramite azioni di terrorismo, proxy war, attività coercitive generalizzate e guerra economica.” In pericolo ci sono le nostre aree più vulnerabili, sottintende l’analisi dell’alto ufficiale inglese.

Negli ambienti militari inglesi si teme che la Russia stia esplorando, con rinnovato vigore, nuove modalità per interrompere le varie comunicazioni satellitari, oltre a costruire armi spaziali anti-satellite. Non a caso a luglio scorso il Regno Unito e gli Stati Uniti hanno accusato la Russia di aver testato nello spazio un proiettile in grado di colpire satelliti ad uso civile e militare. Una fonte della difesa ha precisato: “Le nostre risorse spaziali possono essere messe a rischio a causa dello sviluppo di armi anti-satellite. Se vuoi interrompere le transazioni finanziarie, ad esempio, devi solo spazzare via un satellite.

La Russia aveva già interferito durante una esercitazione Nato in Norvegia

Nel 2018 i militari russi sono riusciti a bloccare alcuni segnali GPS di mezzi interessati all’importante esercitazione militare della NATO – Trident Juncture – in Norvegia che ha coinvolto circa 50mila tra soldati statunitensi e dei paesi alleati.

È stata definita come la più grande esercitazione dell’Alleanza dalla Guerra Fredda. Un portavoce del ministero della Difesa norvegese ha riferito che l’attacco di guerra elettronica è avvenuto tra il 16 ottobre e il 7 novembre.

La Norvegia è poi riuscita a stabilire con evidenze tattiche che la Russia è stata responsabile dell’oscuramento dei segnali GPS nella penisola di Kola durante l’Esercitazione Trident Juncture. La Finlandia, invece, ha denunciato anche possibili blocchi in Lapponia”.

Sull’evento è intervenuto anche il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg che ha confermato la conoscenza dei rapporti di “jamming”: “Quello che posso dire è che cyber, guerra elettronica e mezzi elettronici sono sempre più usati in tutte le operazioni  e quindi prendiamo molto seriamente tutte queste segnalazioni di incidenti”.
La penisola di Kola è vicina al confine russo-norvegese ed è dove la marina russa ha la sua flotta settentrionale. Sebbene la Norvegia sia un membro fondatore della NATO, Mosca ha espresso una forte opposizione alla presenza della NATO e delle truppe statunitensi nell’area prospiciente i propri confini.

Guerra elettronica nei cieli di Cipro, “jamming” russo contro velivoli della RAF