L’Iran minaccia il Mediterraneo

di Redazione

L’Iran ha condotto un attacco mediante droni contro una nave mercantile nel Mar Arabico, al largo delle coste dell’India, secondo quanto annunciato dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. La petroliera chimica MV Chem Pluto, battente bandiera liberiana, è stata presa di mira da un drone d’attacco proveniente dall’Iran, circa alle 10:00 locali (06:00 GMT), come riportato dal Pentagono. L’attacco ha causato un incendio, successivamente domato senza causare vittime o feriti. Al momento dell’attacco, nessuna nave della marina statunitense si trovava nelle vicinanze. La petroliera ha poi proseguito il suo viaggio verso l’India.

Secondo le testimonianze fornite sia dall’India che dagli Stati Uniti, l’incidente si è verificato a circa 200 miglia nautiche al largo delle coste indiane. Il ministero della Difesa indiano ha precisato che la nave trasportava petrolio greggio ed era in rotta dall’Arabia Saudita alla città di Mangaluru, situata nel sud dell’India.

Dalle parole l’Iran sarebbe passata ai fatti. Ieri la minaccia lanciata dal generale Reza Naqdi, coodinatore dei Guardiani della Rivoluzione: “..se gli Stati Uniti e i loro alleati continueranno a commettere crimini a Gaza, ci si può aspettare la chiusura imminente del Mediterraneo, dello Stretto di Gibilterra e di altre rotte navali”.

Le minacce alla navigazione si estendono ora oltre il Mar Rosso, coinvolgendo una vasta regione da Gibilterra all’Oceano Indiano. La zona di allarme in mare si estende oltre il Mar Rosso coinvolgendo oltre al gruppo ribelle libanese Houti anche altri filoiraniani presenti in Medio Oriente. L’Iran vorrebbe così condurre una proxy war contro Israele e l’Occidente.

Analisti ed osservatori internazionali si interrogano come i Pasdaran iraniani possano rendere calde le acque del Mediterraneo. A chiarire il dubbio direttamente il generale Naqdi che ha menzionato la nascita di nuove forze di resistenza e il blocco di altre vie marittime, indicando un possibile coinvolgimento nel Mediterraneo.

Un segnale preoccupante è emerso quando una formazione filoiraniana in Iraq ha rivendicato il lancio di un drone contro un obiettivo vitale nel Mediterraneo, presumibilmente le piattaforme israeliane che estraggono gas dal giacimento di Karish, al confine libanese. Le preoccupazioni aumentano poiché Teheran sembra voler aumentare la pressione sull’Occidente, utilizzando le milizie sciite sparse nel mondo.

Le rivelazioni sulla nave spia iraniana Behshad, confermate da fonti di intelligence USA e dal Wall Street Journal, indicano che il mercantile è ancorato da mesi a nord dello Stretto di Bab el-Mandeb, fornendo informazioni per le incursioni missilistiche degli Houti che hanno paralizzato il traffico civile nel Mar Rosso e bloccato l’attraversamento del Canale di Suez.

La portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale statunitense ha affermato che l’Iran è profondamente coinvolto nella pianificazione delle operazioni contro i mercantili nel Mar Rosso, sottolineando che senza il continuo sostegno iraniano, gli Houti avrebbero difficoltà a individuare e colpire efficacemente le navi commerciali. Attualmente, petroliere e portacontainer sono ferme o procedono verso il Mediterraneo circumnavigando l’Africa, poiché la milizia yemenita tiene ostaggio un decimo del commercio mondiale.

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