Lite Renzi-Conte, Letta: Se si va avanti come oggi il governo non arriva a mangiare il panettone”

Sulla manovra che sta imbastendo il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ieri si sono alzati i toni tra il leader di Italia Viva, Matteo Renzi e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Roberto Gualtieri è a lavoro al suo ministero. Il taglio al cuneo fiscale, ricorda Palazzo Chigi conduce ad un beneficio medio di 40 euro mensili in busta paga per i lavoratori. Una cifra che si raggiungerebbe se la nuova misura si applicasse alla stessa platea che beneficia del bonus Irpef voluto dal governo Renzi: i lavoratori con reddito fino a 26 mila euro. Ma si stanno ancora facendo le simulazioni. L’idea sarebbe quella di ampliare l’intervento ai redditi fino a 35 mila euro, cercando una soluzione per fare arrivare il beneficio anche agli incapienti, cioè a chi guadagna meno di 8 mila euro, rimanendo sotto la no tax area. 

Matteo Renzi sulla manovra ha detto: “Mettono solo 2 miliardi sul cuneo fiscale, mica possono dire che è la rivoluzione del proletariato”. 

Palese l’irritazione del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: ”Quando parliamo di lavoratori bisogna avere rispetto per loro specie se si fa dall’alto di uno stipendio consistente. Non abbiamo bisogno di fenomeni”. 

Renzi ha replicato: “Non ho fatto il fenomeno, non gioco a fare il simpatico ma a dare una mano al mio Paese: ci pagano per questo”. 

Nessuno di noi fa il fenomeno – ha ribadito Ettore Rosato, coordinatore di Italia Viva- Quelli che facevano i fenomeni sono quelli con cui lei ha governato lo scorso anno, non siamo noi”. 

Nella stessa giornata si è espresso anche Enrico Letta: “Non facciano come me, facciano con Renzi un patto, nel momento in cui lui non lo rispetterà si vada al voto. Se si va avanti come oggi il governo non arriva a mangiare il panettone”. 

Dalle parti del Pd è stato deciso di non cadere in inutili provocazioni: limitare al massimo distinguo e polemiche. Il vicesegretario Andrea Orlando ha chiesto, invece, che non ricominci la trafila delle campagne elettorali parallele.

Per quanto riguarda il cuneo fiscale, Nicola Zingaretti ha ribadito che abbassare le tasse sul lavoro e alzare gli stipendi è una delle priorità. 

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Il capogruppo Pd al Senato, Andrea Marcucci, ha così chiosato: ”Un normale confronto di idee tra partner della maggioranza non può trasformarsi ogni volta in un caso. Da questo punto di vista è consigliabile che il Presidente del Consiglio e i ministri aiutino a risolvere e non ad alimentare polemiche. Dobbiamo essere tutti consapevoli che fare la legge di bilancio, con i disastri lasciati dal precedente governo, non è semplicissimo”. 

Supporto a Giuseppe Conte è arrivato anche da Luigi Di Maio: “Mi fido di Giuseppe Conte. Secondo me dobbiamo abbassare i toni, non c’è bisogno di litigi”. 

Roberto Speranza di Leu: “II cuneo fiscale è una buona cosa”. 

Al netto delle dichiarazioni dei vari leader politici, sta di fatto che ancora non vi è chiarezza sulle misure che il governo attuerà per reperire i 30 miliardi di euro necessari per  finalizzare un provvedimento non troppo invasivo nei confronti dei contribuenti e soprattutto facilmente digeribile da Bruxelles.

 

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