Putin ha il parkinson?

   

Ieri un terremoto ha scosso il Cremlino quando il The Sun inglese ha riportato che Vladimir Putin sarebbe affetto dal morbo di Parkinson. Immediata la smentita da parte del portavoce del governo, Dmitrij Peskov: “Una completa sciocchezza. Il presidente sta bene ed è in eccellenti condizioni di salute”. 
Il  The Sun, secondo una fonte che conosce la verità perchè nella cerchia che conta tra i più fedeli di Putin  ha addirittura parlato che si starebbe valutando l’uscita di scena di Putin già agli inizi del 2021. La fonte moscovita del tabloid londinese  è Valerij Solovej, già responsabile del Dipartimento delle Pubbliche relazioni presso la prestigiosa università per diplomatici (Mgimo) fino al 2019. 

Secondo la fonte  le due figlie Maria e Caterina vorrebbero che Putin uscisse di scena il prima possibile, considerata la malattia fortemente invalidante. Putin secondo l’indiscrezione starebbe, quindi, già pensando  al suo successore, il cui incarico dovrebbe partire a gennaio 2021. A sostegno della tesi ci sono alcuni video che mostrano segnali evidenti della malattia nella camminata del capo del Cremlino.
Non è un caso, poi, che da quando è iniziata la pandemia è davvero difficile  potersi avvicinare a Putin. I collaboratori anche quelli più stretti devono essere sottoposti periodicamente agli esami del tampone e rispettare  rigorosi periodi di isolamento. L’eccessiva prudenza, in molti sostengono, è dovuta alla reale malattia del capo del governo russo piuttosto che al coronavirus.
I media russi  lo mostrano seduto davanti ad un enorme schermo al Cremlino durante lo svolgimento di importanti riunioni. Altra indiscrezione non meno importante è che pochi giorni fa è stato presentato alla Camera bassa del Parlamento, la Duma,  un progetto di legge per concedere alla fine del loro mandato ai capi dello Stato presenti, passati e futuri la carica di senatore a vita, rendendoli di fatto non perseguibili penalmente, una sorta di immunità permanente e totale.
Ieri, invece,  è stato presentato in Parlamento un progetto legislativo che modificherà la formazione del governo, definendo nuove regole, soprattutto per la nomina del primo ministro.