Continua la pressione dell’Europa sulla Russia, ma Putin non si ferma

Si fa sempre più dura la pressione dei russi alla città di Mariupol, “Se continuano a opporre resistenza, saranno tutti eliminati“. Secondo quanto reso noto da Interfax, che ha citatato il portavoce del ministero Igor Konashenkov, è questo il messaggio lanciato dal Ministero della Difesa russo alla resistenza ucraina asserragliata nell’acciaieria Azovstal di Mariupol, dopo lo scadere dell’ultimatum per la resa. “Al gruppo di forze ucraine, accerchiato e bloccato nell’acciaieria, è stato offerto di deporre volontariamente le armi e di arrendersi per salvare le loro vite” ma Kiev ha proibito al reggimento Azov di negoziare la resa, ha aggiunto Konashenkov.

La preoccupazione di una nuova escalation arriva anche da un’altra dichiarazione resa nota dai vertici russi i quali si sono detti preoccupati per le esercitazioni militari della Nato nel nord della Norvegia, che aumentano il rischio di “incidenti non intenzionali” nell’Artico. Lo ha detto alla Tass l’ambasciatore russo Nikolay Korchunov, presidente del Comitato degli alti funzionari del Consiglio artico citando una “esercitazione militare su larga scala dell’alleanza nel nord della Norvegia“. Tali manovre “aumentano il rischio di incidenti non intenzionali, che, oltre ai rischi per la sicurezza, possono anche causare danni all’ecosistema artico“.

Intanto Draghi, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, ribadisce ancora una volta la volontà del Governo italiano di rimanere vicini al governo e al popolo ucraino. “Questo governo di unità nazionale continua a voler governare. Abbiamo fatto molto e lo abbiamo fatto insieme“. Draghi spiega di avere cercato di convincere Putin ad incontrarsi con Zelensky e trovare una strada per la pace, ma senza successo, e ribadisce che “resteremo accanto ai nostri amici ucraini“. Le sanzioni, aggiunge, “sono essenziali per indebolire l’aggressore“. Ma bisogna anche “aiutare direttamente gli ucraini“.

Si aggrava intanto il bilancio dei civili uccisi. Secondo l’agenzia Unian, sono oltre mille i corpi dei civili ritrovati uccisi nella regione di Kiev. “Si tratta di civili uccisi, la maggior parte con armi di piccolo taglio“. Almeno 200 i dispersi: “Ci sono bambini, anche piccoli, e adolescenti, ho dovuto prendere parte all’esumazione“. Sempre secondo l’agenzia, Kharkiv è stata bombardata 23 volte nelle ultime 24 ore, causando la morte di 3 civili. Altre 31 persone sono rimaste ferite, 4 sono bambini, dagli attacchi delle forze russe a più quartieri di Kharkiv. A Kiev è stata colpita anche una fabbrica di munizioni nel sobborgo di Brovary. Sospesi i corridoi umanitari per mancanza di un accordo sul cessate il fuoco.

Forte anche l’appello lanciato oggi dal Papa, che ha gridato un grido di speranza, “la morte non avrà l’ultima parola”. Sia pace per la martoriata Ucraina, così duramente provata dalla violenza e dalla distruzione della guerra crudele e insensata in cui è stata trascinata. Su questa terribile notte di sofferenza e di morte sorga presto una nuova alba di speranza! Si scelga la pace. Si smetta di mostrare i muscoli mentre la gente soffre“. “Chi ha la responsabilità delle Nazioni ascolti il grido di pace della gente. Ascolti quella inquietante domanda posta dagli scienziati quasi settant’anni fa: ‘Metteremo fine al genere umano, o l’umanità saprà rinunciare alla guerra?‘”.

Per tentare di fermare la guerra e portare Putin al tavolo delle trattative promesse nuove sanzioni. Lo ha detto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen parlando al quotidiano tedesco Bild am Sonntag. Secondo quanto dichiarato dalla presidente della Commissione europea, le sanzioni dovrebbero riguardare anche le “questioni energetiche“. L’Ue sta lavorando su “meccanismi intelligenti” in modo che il petrolio possa essere incluso anche nelle prossime misure. “La priorità assoluta – ha concluso – è ridurre le entrate di Putin“.

Intanto si fa sempre pìù insistente la notizia che le forze russe sarebbero impegnate nei preparativi per uno sbarco nella città ucraina di Mariupol che potrebbe avvenire agli inizi della prossima settimana. Segnale questo che Putin è ostinato nel raggiungere il suo obiettivo e conquistare il Donbass.

Continua la pressione dell’Europa sulla Russia, ma Putin non si ferma