Contraddizioni: Mosca utilizza petroliere greche per trasportare il suo petrolio in Asia e finanziare la guerra

Il quotidiano tedesco Die Welt ha pubblicato un articolo dove svela che Mosca si affida a compagnie di navigazione internazionali per il trasporto del suo petrolio e molte di esse battono bandiera greca. Un business a cui Atene non vuole rinunciare e che frutta alla Russa circa un quarto del suo bilancio, rispetto a circa un terzo prima della guerra.

Le navi greche prendono il petrolio dai porti russi sul Mar Nero e Atene per difendere i suoi interessi commerciali a livello europeo ha contribuito nel proporre un allentamento delle sanzioni contro la Russia. Con grande disappunto dell’Ucraina. “Poco dopo l’invasione dell’Ucraina, la Grecia ha deliberatamente spostato la sua flotta di petroliere verso i porti russi per trasportare il petrolio russo“, afferma Robin Brooks, economista capo della Federazione finanziaria internazionale (IIF).

Una recente analisi ha esaminato le rotte di trasporto del petrolio russo attraverso il Mar Nero. “Le altre compagnie di navigazione occidentali si sono ritirate, quindi i margini per quelle greche sono aumentati e l’attività è diventata molto redditizia”, afferma Brooks dul Die Welt. Il Mar Nero è la via principale attraverso la quale Mosca trasporta il petrolio sul mercato mondiale. Due sono i punti di esportazione principali: Novorossiysk, da cui viene spedito il petrolio russo e il terminale dell’oleodotto CPC, che porta il petrolio dal Kazakistan alla Russia.

Il greggio proviene principalmente dai giacimenti produttivi del Kazakistan occidentale, oltre al greggio dei produttori russi“, si legge sul sito web dell’oleodotto. Le compagnie di navigazione greche sono i principali trasportatori, secondo l’analisi dell’IIF. Poiché il greggio russo è soggetto a sanzioni occidentali e non può essere introdotto nell’UE, le navi greche salpano dai porti del Mar Nero attraverso il Mediterraneo e il Canale di Suez direttamente verso l’Asia, spiega Brooks.

Il petrolio finisce quindi in paesi terzi. La Grecia non sta quindi violando le sanzioni. “La pratica è completamente legale. Se sia moralmente giustificabile è un’altra questione”, afferma l’esperto. Le transazioni che coinvolgono la Russia sono consentite se sono in linea con il limite massimo di prezzo stabilito dai sette Paesi occidentali più influenti – il G-7 – insieme all’UE e all’Australia.

Il limite massimo stabilito a dicembre scorso è di 60 dollari al barile. Sotto questo limite, le compagnie occidentali sono autorizzate a trasportare e assicurare la materia prima. Le più importanti compagnie di navigazione e assicurazioni del mondo hanno sede in Occidente e Mosca dipende da loro per far arrivare il suo petrolio in Asia.

Per indebolire la Russia Polonia, Stati baltici e Ucraina avevano chiesto il limite di 30 dollari al barile. La Grecia, ma anche Cipro e Malta hanno resistito – con successo.

Sebbene il governo greco si sia schierato con l’Ucraina all’inizio dell’invasione russa e abbia fornito armi, la sua disponibilità ad aiutare a 360° è venuta meno quando di mezzo ci sono gli interessi nazionali. L’industria navale greca è una delle più grandi al mondo: nel 2021, il 3% delle petroliere mondiali era in mano greca. Le compagnie di navigazione contribuiscono in misura considerevole al prodotto interno lordo della Grecia.

Brooks accusa molte compagnie di navigazione occidentali, ree di aver venduto le loro vecchie petroliere alla Russia, il che consente a Mosca di trasportare la propria materia prima senza rispettare il tetto massimo di prezzo stabilito.

Le vecchie petroliere, che si sospetta siano per lo più greche, evitano le assicurazioni occidentali e spengono il sistema radio in mare per nascondere le loro rotte. L’UE sta ora cercando di dare un giro di vite al fenomenro vietando alle navi di fare scalo nei porti europei.

Questa è l’intenzione dell’undicesimo pacchetto di sanzioni, adottato a giugno. Il provvedimento è stato preceduto da mesi di resistenza. Atene, tra gli altri, ha bloccato la decisione perché l’Ucraina aveva inserito cinque compagnie di navigazione greche in una lista di sostenitori della guerra di aggressione russa. Dopo un po’ di tira e molla, i nomi sono stati rimossi e il pacchetto di sanzioni è entrato in vigore. Poche settimane dopo, all’inizio di agosto, Kiev ha reinserito le compagnie greche nell’elenco.

L’Agenzia nazionale per la prevenzione della corruzione ha annunciato che queste compagnie non avevano ancora condannato l’aggressione russa come concordato. Con il loro trasporto di petrolio russo, avrebbero pertanto favorito il bilancio di Mosca e quindi “finanziato l’invasione russa”.

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