SeaWatch, iscritta nel registro degli indagati Carola Rackete

La capitana della Sea Watch3, Carola Rackete, è stata iscritta nel registro degli indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e per rifiuto di obbedienza a nave da guerra, secondo quanto previsto dal codice della navigazione. L’iscrizione nel registro degli indagati, da parte della Procura di Agrigento, è stata fatta dopo l’acquisizione dell’annotazione della Guardia di finanza.

Nel frattempo  continuano gli sbarchi, 40 sono arrivati ieri a bordo di piccoli barchini. 

Ieri  la SeaWatch ha provato ad entrare nel porto di Lampedusa ma  è stata bloccata dalle autorità italiane. 

La notizia è stata data dalla portavoce della ong, Giorgia Linardi: ”la nave ha comunicato con le autorità informandole che erano trascorse ormai 24 ore dalla dichiarazione dello stato di necessità che la ha costretta all’ingresso nelle acque territoriali. Alle 14.16, non avendo ricevuto nessuna comunicazione o assistenza, ha proceduto verso il porto. Ma a circa un miglio le è stato intimato di spegnere i motori.

Sempre ieri una delegazione di parlamentari è salita a bordo della Sea Watch per incontrare i volontari della ong ed avere un quadro più chiaro della situazione: presenti  Graziano Delrio, Matteo Orfini e Davide Faraone del Pd, Riccardo Magi dei Radicali e Nicola Fratoianni (Sinistra italiana). Frizioni con l’Olanda.

Frizioni con l’Olanda 

“Come il governo olandese ha affermato da tempo, comprendiamo le preoccupazioni dell’Italia e riconosciamo i suoi sforzi nel frenare la migrazione incontrollata verso l’Ue. È anche noto che il governo condivide le preoccupazioni riguardo alle azioni della Sea-Watch”, ma mentre i Paesi Bassi si assumono la responsabilità sul fatto che la barca batte bandiera olandese, “ciò non significa che prenderemo anche i migranti”: lo afferma il ministro olandese delle migrazioni, Ankie Broekers-Knol.

La replica di Salvini non si è fatta attendere, così come riporta l’Ansa: Con il governo olandese non finisce qui. Se ci fosse una nave italiana che si fa gli affari suoi davanti al porto di Rotterdam, vorrei vedere cosa direbbero”. Chi aiuta i trafficanti di esseri umani ne paga le conseguenze“.

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I migranti a bordo della nave

 “La soluzione per le persone a bordo della Sea Watch è possibile solo una volta sbarcate“. Così il commissario europeo Dimitris Avramopoulos, spiegando che Bruxelles “è coinvolta da vicino nel coordinarsi con gli Stati membri per ricollocare i migranti” quando saranno a terra. Ma dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, non ci sono aperture. Ed anche il premier Giuseppe Conte definisce “di una gravità inaudita” il comportamento della comandante Carola Rackete che ha violato l’alt e si è diretta verso Lampedusa.

Intanto dalla SeaWatch il grido dettato dall’esasperazione:”Abbiamo aspettato un’altra notte, non possiamo più aspettare“.

La questione legale

I legali di Sea Watch hanno presentato un esposto alla procura di Agrigento affinchè si valutino “eventuali condotte di rilevanza penale” da parte delle “autorità marittime e portuali preposte alla gestione delle attività di soccorso” e per chiedere che venga valutata “l’adozione di tutte le misure necessarie” per consentire lo sbarco dei migranti “e porre fine alla situazione di gravissimo disagio” a cui sono sottoposti.

Salvini, in risposta, chiama in causa proprio i magistrati:  “Spero che nelle ultime ore ci sia un giudice che affermi che all’interno di quella nave ci sono dei fuorilegge, prima fra tutti la Capitana. Se la nave viene sequestrata e l’equipaggio arrestato io sono contento“.

La Commissione Ue

La Commissione europea sta cercando disponibilità per la redistribuzione dei 40 naufraghi (due sono stati fatti sbarcare per le precarie condizioni sanitarie). “Rivolgo – afferma Avramopoulos – un appello agli Stati membri a mostrare solidarietà. Continueremo a restare al fianco dell’Italia e a tutti gli Stati sotto pressione”. 

Quanto alla minaccia lanciata ieri dal ministro dell’Interno di non registrare chi sbarca nella banca dati europea, da Bruxelles segnalano che “la legge europea prescrive che tutti i nuovi arrivati sul territorio europeo devono essere registrati e devono essere prese le loro impronte digitali, non ci sono eccezioni a queste regole e le conseguenze sono le procedure di infrazioni, ma non siamo a questo stadio“.

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SeaWatch, iscritta nel registro degli indagati Carola Rackete