Ue riporta in vita l’accordo sul nucleare iraniano

I funzionari dell’UE che mediano i colloqui tra gli Stati Uniti e l’Iran per rilanciare l’accordo nucleare del 2015 hanno presentato il “testo finale” di un accordo che sperano possa convincere Teheran a firmare.
L’ultimo round di negoziati, iniziato a Vienna la scorsa settimana, ha avuto le caratteristiche di un ultimo tentativo di assicurare un accordo tra la Repubblica islamica e l’amministrazione di Joe Biden dopo 15 mesi di colloqui indiretti tra gli avversari gestiti dall’UE.
Ciò che può essere negoziato è stato negoziato ed è ora in un testo finale”, ha dichiarato Josep Borrell, capo della politica estera dell’UE.

Tuttavia, dietro ogni questione tecnica e ogni paragrafo si nasconde una decisione politica che deve essere presa nelle capitali”, ha detto Borrell su Twitter. “Se le risposte saranno positive, allora potremo firmare l’accordo”.
Diplomatici e analisti affermano da settimane che, raggiunti molti dei dettagli di un accordo, spetta a Teheran e a Washington decidere politicamente se firmarlo o meno.
Washington e Teheran, che si incolpano a vicenda per lo stallo, sono entrati nei colloqui minimizzando le aspettative di una svolta.

La delegazione iraniana sarebbe tornata a Teheran per le consultazioni, secondo i media statali iraniani. Il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amirabdollahian, ha dichiarato ieri in una conversazione telefonica con Borrell che “qualsiasi accordo finale dovrebbe soddisfare i diritti e gli interessi della nazione iraniana e garantire una rimozione sostenibile ed efficace delle sanzioni”.

Un altro funzionario del Ministero degli Esteri iraniano ha dichiarato alle agenzie di stampa locali che sono stati compiuti “relativi progressi” nei colloqui, ma ha aggiunto che la Repubblica continua a nutrire “serie preoccupazioni” sul fatto che gli Stati Uniti non rispettino i propri impegni.

In base all’accordo, raggiunto nel 2015, l’Iran ha accettato di imporre limiti rigidi alla sua attività nucleare in cambio della revoca di molte sanzioni da parte degli Stati Uniti. La crisi si è scatenata quando l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha abbandonato unilateralmente l’accordo nel 2018 e ha imposto nuove più pressanti sanzioni contro l’economia dell’Iran.

Teheran, in risposta, ha incrementando la sua attività nucleare e ora sta arricchendo l’uranio raggiungendo quasi il livello per la produzione della bomba atomica.

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