Biden-Xi per confronto globale responsabile, freddezza su Taiwan

Il pianeta Terra è abbastanza grande perché i due Paesi possano avere successo“, ha detto Xi a Biden. Biden ha detto che gli Stati Uniti e la Cina devono garantire che la competizione tra loro “non sfoci in un conflitto” e gestire le loro relazioni “in modo responsabile”.

di Redazione

Sono sette le volte che Biden e Xi si sono incontrati (la maggior parte da remoto). Dopo le tensioni per la visita della ex speaker della Camera, Nancy Pelosi a Taiwan ora la situazione è mutata perchè la Cina vede la sua economia non più effervescente come una volta a fronte di quella americana che, invece, dati alla mano, gode di ottima salute. La Cina teme anche la politica estera di Biden che ha rilanciato il suo Paese sulla scena mondiale cercando di fissare dei paletti invalicabili nelle aree più calde del globo, Indo-Pacifico in testa.

In particolare ha incentivato e rinvigorito le relazioni nel Pacifico con Australia, Giappone, Filippine e Corea del Sud oltre che Taiwan, ha creato in tre anni 14 milioni di posti di lavoro, ha applicato nuove politiche infrastrutturali e favorito un piano per il controllo dell’export hi-tech per impedire a Pechino nuove capacità per lo sviluppo nel campo militare. Non sono passati inosservati neanche i 50 miliardi di dollari investiti per conquistare importanti fette di mercato nell’ambito dei semiconduttori di ultima generazione.

La Cina, secondo i dati sulla crescita, stilati dal Fondo Monetario Internazionale, è, invece, sotto il 4 per cento e mai dal 1991 al 2019 era stata inferiore al 5,6% con picco nel 2007 di un Pil che volava a oltre il 14,23 per cento.

L’incontro tra Biden e Xi

Ieri Biden ha dato il benvenuto al presidente cinese Xi in una località a 40 km a sud di San Francisco, lontano da occhi indiscreti e soprattutto da eventuali contestatori. I due leader, almeno all’apparenza, hanno cercato di appianare le divergenze che hanno innalzato la tensione tra i due Paesi negli ultimi mesi, tra palloni spia ed esercitazioni militari “aggressive” a ridosso dell’Isola di Taiwan.

Nel faccia a faccia di circa quattro ore Xi ha voluto precisare che “La Cina non ha alcun piano per sostituire gli Stati Uniti e gli Usa non dovrebbero avere piani per sopprimere la Cina: i due Paesi dovrebbero promuovere una cooperazione reciprocamente vantaggiosa”.

Taiwan. Su Taiwan Xi ha detto che  la riunificazione “è un processo inarrestabile” e rappresenta “la questione più importante e delicata nelle relazioni fra Cina e Stati Uniti”. “Gli Stati Uniti dovrebbero intraprendere azioni concrete per onorare il proprio impegno di non sostenere l’indipendenza di Taiwan, smettere di armare Taiwan e sostenere la riunificazione pacifica della Cina“. Biden, invece, ha detto che gli Usa intendono mantenere la pace, la stabilità e lo status quo a Taiwan, chiedendo a Xi di rispettare il processo elettorale in corso.

Sanzioni. Sulle sanzioni Xi ha evidenziato come queste “in materia di controllo delle esportazioni, verifica degli investimenti e sanzioni unilaterali danneggiano gravemente gli interessi legittimi della Cina“. Il presidente cinese ha quindi spiegato di ritenere “importante che gli Usa prendano sul serio le preoccupazioni della Cina e adottino passi tangibili per revocare le sanzioni unilaterali in modo da fornire un ambiente equo, giusto e non discriminatorio per le imprese cinesi“. Lo sviluppo e la crescita della Cina, “guidati dalla sua logica intrinseca, non saranno fermati da forze esterne”, ha aggiunto Xi.

Clima. Sul clima Usa e Cina hanno firmato una dichiarazione comune in cui si impegnano a lavorare insieme contro “una delle più grandi sfide del nostro tempo”, intensificando la cooperazione sul metano e sostenendo gli sforzi globali per triplicare l’energia rinnovabile entro il 2030. Il documento tace sull’uso del carbone e sul futuro dell’energia fossile ma in ogni caso si tratta di un segnale positivo, anche in vista dell’imminente Cop28.

Fentanyl. Sulla lotta all’utilizzo al Fentanyl un funzionario dell’amministrazione Usa, citato dai media americani, Washington e Pechino hanno raggiunto un accordo con cui la Cina lancerà un giro di vite sulla produzione e l’esportazione dei precursori chimici del Fentanyl, l’oppioide sintetico a basso costo che miete decine di migliaia di vittime ogni anno in Usa. In cambio Washington potrebbe revocare le sanzioni contro l’istituto di scienze forensi, accusato di collaborare alla repressione degli uiguri nello Xinjiang, anche se la Casa Bianca ha assicurato che i diritti umani in Cina, compresa la repressione degli stessi uiguri, sono tra le priorità di Biden.

Linea di comunicazione “hot”. Finalmente è stata ripristinata la linea di comunicazione “rossa” tra i vertici militari. Linea sospesa da Pechino dopo la controversa visita dell’allora speaker Nancy Pelosi a Taiwan nel 2022. “Siamo tornati a una comunicazione diretta, aperta e chiara su base diretta“, ha detto Biden. Inoltre, Biden ha detto che lui e Xi hanno concordato comunicazioni ad alto livello. “Io e lui abbiamo concordato che ognuno di noi può rispondere direttamente al telefono e saremo ascoltati immediatamente”.

Intelligenza artificiale. Previsto anche un impegno congiunto a limitare l’uso dell’intelligenza artificiale nelle armi nucleari. I due leader hanno anche concordato di riunire gli esperti per discutere i rischi dell’A.I.

Diritti umani. La Casa Bianca ha dichiarato che Biden ha poi sollevato le questioni che preoccupano Washington, tra cui i cittadini statunitensi detenuti, i diritti umani nello Xinjiang, in Tibet e a Hong Kong e le attività aggressive di Pechino nel Mar Cinese Meridionale. Al riguardo Biden ha detto: “Abbiamo parlato, siamo stati schietti l’uno con l’altro in modo che non ci siano malintesi“.

Iran. Biden ha chiesto a Xi di usare la sua influenza sull’Iran per esortare Teheran a non lanciare attacchi per procura contro obiettivi statunitensi in Medio Oriente.

Dopo l’incontro, Biden ha dato il benvenuto ai leader mondiali alla riunione dell’APEC a San Francisco, dove ha detto che Xi considerava la visita come un ritorno a casa, in considerazione della popolazione cinese presente numerosa nella città che ospita il vertice.

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